01 Set Intervista a Nicola Fasano
Come nasce la tua passione musicale? Che genere prediligi come linea artistica?
La mia passione per la musica nasce quando avevo solo 5 anni e cominciai a suonare il pianoforte. La più grande difficoltà era capire le frazioni senza ancora saper contare. Da quel momento la musica mi ha accompagnato negli anni. All’età di 14 anni mi avvicinai al mondo del deejayng e a sedici anni al mondo delle produzioni discografiche. Era l’era del passaggio dall’analogico al digitale. Armato di Amiga 500 e fast tracker intrapresi questo percorso parallelamente allo studio più classico della musica.
Questo percorso mi ha portato ad oggi ad avere 3 studi di produzioni e la stessa passione di sempre per il sound engiennering rimanendo borderline tra l’analogico e il digitale con uno stile di produzioni ibride che determinano quello che è il mio suono personalissimo.
Molto spesso, l’ascolto personale è differente da quello che gli artisti producono; tu che genere di musica ascolti?
Da amante della musica in generale mi sono sempre dedicato all’ascolto di tutti i generi passando dal Jazz al rock attraverso la dance, la house e le sonorità più sperimentali techno. Amo la buona musica senza doverla necessariamente etichettare. In questo periodo storico in cui la House domina il mercato clubbing sto producendo funky groove tracks dal sapore seventin, ma nei miei dj set sono più electro mainstream. Ho amato molto il movimento EDM ormai confinato ai soli stage Festival.
Avresti mai pensato di avere una carriera così ricca di collaborazioni con personaggi del calibro di Bob Sinclair, Chriss Ortega e Ryan Yoshimoto?
La mia carriera di produttore discografico mi ha dato la fortuna di collaborare con artisti di spessore del panorama house dance come le figure da Te elencate, è stata del tutto inattesa l’opportunità di affacciarmi al mondo pop con collaborazioni del panorama Latino internazionale come Pitbull, Ricky Martin, Mohombi, Kat Deluna, Ultra Nate’, possibilità che mi si è presentata con la produzione di “I know you want me” assieme a Pitbull (6 milioni di copie vendute) che poi ha aperto un mercato solido al resto delle produzioni Pop Dance.
A questo punto della mia carriera mi sto dedicando ad un lavoro discografico intenso occupandomi anche della parte meno tecnica e più rivolta al licensing. Questa nuova avventura mi stimola molto e completa il mio lavoro in studio.
Hai scritto, arrangiato e prodotto un numero notevole di opere a livello mondiale. Hai un “figlio preferito”?
Bella domanda, i dischi a cui sono particolarmente affezionato sono proprio quelle tracce che non hanno riscosso particolare successo, forse perchè realizzate per Me nel mio studio e senza fini discografici. Non ho mai amato le etichette (intese come etichettatura dei generi musicali), e questa è la ragione per cui non mi sono fossilizzato a produrre followup di dischi che hanno venduto milioni di copie ma che avevano già scritto la loro pagina nella storia della musica e non reputavo il caso di ripeterle o copiarle. Amo molto sperimentare si a livello tecnico che armonico / melodico. Resta fermo il punto che sono un produttore discografico e il mio lavoro è finalizzato al profitto per cui necessariamente mi affaccio al panorama della musica mainstream mondiale reinterpretando secondo mio gusto la tendenza nel dato momento in cui lavoro.
Rispetto all’estero, come vedi l’Italia a livello di produzioni musicali? Quali sono le tendenze?
Quali sono i tuoi piani per il 2018?
L’Italia che si è distinta negli anni 70 con produzioni di eccellenza e a seguire negli anni 90 con la Italo disco che ha determinato un monopolio internazionale, purtroppo ha proseguito la sua strada con anni bui, anni che l’hanno vista spettatrice degli olandesi e dei Francesi. In questo periodo possiamo definire la situazione discografica Italiana come un Risorgimento della musica. A livello internazionale abbiamo grossi nomi Italiani che dominano il mercato della musica House alla Techno, mio rammarico nel vedere quanto non siamo competitivi nel panorama internazionale Pop e Dance.
E’ bello vedere che in Italia si è creata una collaborazione tra produttori e Labes House Route75 Records, Black Lyzard, Undertown solo per fare alcuni nomi di realtà che hanno fatto gruppo di lavoro e si supportano vicendevolmente. Questa è la base di un lavoro di squadra fino ad oggi realtà presente solo negli ambienti Olandesi.
Quali sono i tuoi piani per il 2018?
Il 2018 sarà l’anno della continuazione per me: Avviata nel 2017 la mia nuova etichetta House Route75 Records, continuerò il lavoro iniziato che mi ha regalato parecchie Top 10 nell’ultimo anno. Parallelamente continua anche il mio percorso come produttore continuando a fare release nelle label internazionali (Pornostar Records, Ultra Music, Flamingo Recordings, Spinnin Records, Sosumi) Sempre come produttore continua la collaborazione a stretto giro con Undertown Records di Alex Guesta, collaborazione legata da una forte amicizia e coronata dal singolo in uscita durante l’inverno che vanta la collaborazione tra me Alex Pitbull e Mohombi. L’estate 2017 e’ stato l’estate più caldo sotto il profilo deejayng con un summer tour serrato frutto del duro lavoro produttivo invernale.
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